Molfetta, i "dolci della sposa": quel tradizionale e zuccheroso regalo offerto ai matrimoni
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mercoledì 17 novembre 2021
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di Federica Calabrese
Una zuccherosa usanza tipica di Molfetta, cittadina a nord di Bari, dove due pasticcerie sono ancora oggi specializzate nella realizzazione di questi colorati vassoi. Parliamo di “Del Vecchio” sita in via Matteucci e della “Signora dei dolci” di vico San Rocco. Siamo andati a trovare quest’ultima per carpire tutti i segreti di questa gustosa consuetudine nuziale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ad attenderci c’è il 68enne Domenico Guarino, titolare del negozio assieme alla moglie Rosa. È lui a mostrarci teglie pronte per essere confezionate e scatole che attendono solo di essere regalate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Si tratta di un’antica tradizione che a Molfetta continua a essere sentita – sottolinea il pasticciere –. Immaginate che durante il periodo dei matrimoni raddoppio il personale per riuscire ad evadere tutte le richieste. Ci sono feste con centinaia di invitati, ognuno dei quali deve necessariamente portarsi a casa un vassoio di dolci».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Domenico ci spiega come all’interno del pacco vengano inseriti dai 9 ai 19 pasticcini secchi. Il numero (sempre dispari come i fiori) varia a seconda delle richieste degli sposi e della tipologia di ospite. «Normalmente il presente si offre a tutti – afferma il signore - ma con delle differenze. I testimoni ricevono la scatola più grande (di solito da chilo e del costo di 18 euro), gli altri invitati in sala una media, mentre coloro che presenziano solo alla funzione in chiesa una più piccolina da nove pezzi».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
All’interno è un trionfo di bocconotti, paste di mandorla, fruttini, mustaccioli, tartufi, sospiri, sassolini al cioccolato e “bacioni”. Ma soprattutto non può mai mancare u cembrelle” (la ciambella): un biscotto di 200 grammi alto e friabile interamente ricoperto di glassa di zucchero. Questo perché la sua forma a doppio anello, più piccolo sopra e più grande sotto, ricorda proprio quella delle fedi nuziali.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Per prepararlo bisogna unire all’impasto dell’alcool - illustra l’esperto -. Il tutto si cuoce poi direttamente sulla teglia da forno, lasciando che con l’alta temperatura (250 gradi) l’alcool reagisca facendo crescere il dolce in altezza e larghezza. Passati 15 minuti il tarallo si ripiegherà su sé stesso nella parte centrale creando così un cerchio superiore più piccolo e uno inferiore più largo. Il primo richiama la fede della donna, il secondo quella dell’uomo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Domenico ci confessa di aver spedito guantiere persino negli Stati Uniti, dove probabilmente immigrati di origine molfettese continuano a seguire la tradizione del paese natìo. «Del resto potrei inviare i “dolci della sposa” anche in capo al mondo – conclude il pasticciere –: il segreto di queste leccornie è infatti quello di rimanere sempre fragranti».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
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